venerdì 28 marzo 2014

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL GRANATO

Nel Comune di Capaccio, a ridosso del Monte Calpazio, sorge, a 243 metri di altezza, il Santuario della “Madonna del Granato”, risalente al X secolo, la cui costruzione è legata, secondo la tradizione, ad un’apparizione miracolosa della Madonna, che si mostrò con il Bambino in braccio ed un melograno in mano. L'edificio, che ha subito numerosi interventi e rimaneggiamenti ed un restauro nel 1708, costituisce uno dei principali punti di riferimento di Capaccio Vecchia. Alle sue spalle si scorge ancora il borgo medievale distrutto dalle armate di Federico II alla fine del XIII secolo e abbandonato dagli abitanti per sfuggire all’eccidio e rifugiatisi sul Monte Calpazio diedero vita ad nuovo centro, detto, appunto, Capaccio Nuova, per la presenza alle sue falde di sorgenti d'acqua. La facciata dell’antica Cattedrale richiama una fisionomia di architettura rurale. L'interno, a croce latina e con tre navate, custodisce un pregevole pulpito in marmo del ‘200 sotto cui è stato recuperato un affresco tardo gotico raffigurante San Biagio in paramenti sacri. Ed ancora, è possibile ammirare decorazioni, stucchi e, sull’altare Maggiore, la statua raffigurante la Madonna del melograno - che ricorda nel melograno (granato) l'iconografia di Hera (Giunone) - mentre, sul pavimento, una lastra tombale di epoca paleocristiana reca i segni simbolici del cristianesimo. L’interesse dell’antica Cattedrale di Santa Maria del Granato è dovuto sia alla sua splendida posizione sull’ampio golfo di Salerno, che alle antichissime origini. Alcuni studiosi, infatti, sulla base di documenti e della tradizione, hanno affermato che nel Santuario vi si trasferì, in forme cristiane, il culto pagano di Hera, la moglie del dio Zeus: prima del tempio cristiano, dunque, nello stesso luogo sorgeva un tempio pagano dedicato a Giunone cui era sacro il melograno. Nel 1836 il vescovo di Capaccio, Michele Barone, diede inizio alla costruzione di un edificio annesso al tempio per accogliere il clero perché seguisse con zelo il culto del Santuario.

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